Recensioni


The Winstons – Smith / Cd, Vinile
Tarmac / 2019
Psych pop


Smith è il nuovo album degli Winstons, uscito a maggio scorso per l’etichetta Tarmac;  il terzo lavoro della band arriva dopo il disco omonimo del 2016 e l'EP dello scorso anno, un 45 giri omaggio al post punk inglese con la cover di Golden Brown degli Stranglers.
Smith vuole essere un omaggio a 1984 di Orwell, Winston Smith è infatti  il protagonista del famoso e profetico romanzo orwelliano, ma vuole anche essere un simpatico gioco di pronuncia sul Mito dei The Winstons: "The Winston's Myth". Ma al di là di questi dettagli la superband (The Winstons sono Roberto Dell’Era Afterhours, Enrico Gabrielli Calibro 35 e Lino Gitto Ufovalvola) con questo lavoro sembra definire la strada vintage già presa nel disco d'esordio e ora pienamente imboccata. L’album ci riporta nei mitici anni ‘60 e ’70 con dei suoni sixities pop e psichedelici  che si presentano come ingredienti principali accompagnati da spruzzate prog, jazz e rock 'n' roll. Insomma parliamo di atmosfere sixties rivisitate in chiave contemporanea con sonorità ben definite e  cambi di ritmo che non lasciano spazio al caso. Smith è un disco internazionale che vanta ospiti  d’eccezione: Nic Cester dei Jet, Mick Harvey dei Bad Seeds, Richard Sinclair dei Caravan, Rodrigo D’Erasmo e Federico Pierantoni.
12 songs per 41 minuti di musica che filano via con piacere e godimento.
I tre fratelli Linnon Winston, Rob Winston e Enro Winston hanno dato alla luce un lavoro davvero completo che si lascia amare da subito con l'opener psichedelica Mokumokuren e con l'armonica di Ghost Town e la voce di Roberto Dell'Era che ci accompagna nella città fantasma.
Apprezzeranno facilmente tutti gli amanti dei Beatles, Stones e Who, ma non aspettatevi fotocopie funzionali perché qui tutto è rivisto e suonato con la testa nel presente, anche se  forse il cuore simpatizza per il passato. Attraversiamo così la malinconia di Around the Boat con il violino di Rodrigo D'Erasmo e ci tuffiamo nei suoni acidi e floidiani di Tamarind Smile / Apple Pie con la tromba di Federico Pierantoni. A Man Happier Than You con Mick Harvey è intima e toccante e sul piano emotivo ricorda un po’ John Lennon... In Not Dosh for Parking Lot ci sono delle belle intelaiature prog e blues che si diramano gentilmente senza forzature nella stessa trama melodica. The Blue Traffic Light è semplicemente superlativa e ci trasporta in un cambio di registro sonoro e di spirito con le romantiche Blind e Impotence, qui con l'intervento di Richard Sinclair.
Seguono su questa linea Soon Everyday e Sintagma per chiudere con un fugace umore rock di Rocket Belt, dopodiché, volente o nolente, il lettore riparte con la prima traccia Mokumokuren.
E non si ferma più.

Marcella Muglia


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