Alberto Atzori – Tatemae Honne / Ep
Autoprodotto – 2018
Synthpop / Elettronica
Ascolta il brano: Honne
AA come Alberto Atzori, come la sigla sulle pile, come il primo nome su qualsiasi lista, come la scritta attenzione sugli annunci. Alberto Atzori è uno che scrive, canta, suona e produce. Due dischi con Il Giardino: Il mondo in due (2016) e Medusa (2017). Il primo da solista, Tatemae Honne, EP uscito nello scorso Ottobre in digitale. Il Giappone nel titolo, Tatemae, come quello che di solito conviene dire, e Honne, come quello che invece pensi veramente e che solo in pochi casi diresti. Un po’ come per le canzoni, che spesso stanno proprio nel mezzo. Un disco rock che può fare a meno di molte chitarre, un disco super pop ma senza violini, un disco che suona international ma veste italiano. AA suona tracce che funzionano e sembra strizzare l’occhio all’immediatezza, all’essenzialità, ma non inciampa mai nel banale, anzi, si tiene sempre su un livello espressivo interessante, elevato.
Le tracce sono cinque per 17 minuti totali: Tatemae, Siamo solo noi (che non è quella di Vasco), Non c’è più spazio per me, Senti come viene, Honne. Tatemae sembra la storia di uno che vuole aiutare qualcuno a superare una brutta storia e per farlo prova a dire cose convincenti anche se sa che non sono vere. Non c’è più spazio per me è solitudine. Siamo solo noi è amore, appoggiarsi a qualcuno sempre, nella bellezza e nella tragedia. Senti come viene è trascuratezza, tradimento, come chi si sente abbandonato e si tuffa in acque nuove. Honne è quasi un elogio all’imperfezione, ai difetti più netti di chi ami davvero.
L’EP ti cattura da subito e bene, c’è dentro profondità e freschezza, sospensione e spinta, riflessione e fisicità. Con i credits non ci riempiamo la pagina perchè AA questo disco se l’è fatto interamente da solo, dal testo al play finale, se non fosse per il missaggio curato da Giuseppe Gadau, musicista, tra gli altri, degli storici Bertas. In copertina rose, gerbere e farfalle, s’intravede uno seduto con le braccia appoggiate alle gambe e le mani incrociate, non sappiamo se si tratti di AA, forse sì, ma di certo non vuole farcelo sapere.
Pasquale Demis Posadinu