Recensioni



Apneica – Tra Rocce Cortecce / EP
Gs Productions – 2018
Death / Doom
Ascolta il brano: Terra

A un anno di distanza da Vulnerabile Risalita, concept album incentrato sull'elemento della vita, l'acqua, tornano i sardi Apneica con il nuovo Tra Rocce e Cortecce e si interrogano sul rapporto tra uomo e natura, ancorandosi saldamente alle proprie radici.
L’opener manifesto Terra si apre con le Launeddas suonate da Andrea Pisu, che sembrano riportarci indietro nel tempo alla vita rurale dei piccoli paesi, quelli di cui si era innamorato Bentzon*, dove il suono dello strumento scandiva i balli rituali propiziatori per il raccolto e la pesante industrializzazione non aveva ancora scalfito questo equilibrio. Il growl di Ignazio Simula e il potente riffing delle chitarre spezzano momentaneamente l'incantesimo, addentrandosi in territori funeral-doom, per poi fondersi al suono ancestrale dello strumento a fiato nella parte centrale del brano.
L'EP prosegue con la goticheggiante Occhi Celati, dove la sinuosa voce di Piera Demurtas duetta con il potente growl di Simula, portandoci a metà strada tra gli Anathema e i My Dying Bride. Il rabbioso death-doom di Dove cresceva la foresta, sorretto da una solida sezione ritmica, tuona contro i peccati dell'uomo, reo di aver reciso il legame con la propria terra. L'incedere cupo e malinconico dalle tinte post metal di Astratta Solitudine chiude l'EP. La coda del brano è affidata alle Launeddas di Pisu che aprono e chiudono il disco in un perfetto percorso circolare.
Tra rocce e cortecce è un punto di svolta nella discografia del gruppo. Oltre a essere una dichiarazione d'amore per le proprie origini, nei suoi 27 minuti il death-doom, le sfumature sludge e post metal e le ben dosate incursioni folk trovano il giusto equilibrio nella proposta di una band che ha piena consapevolezza dei propri mezzi. Attendiamo fiduciosi il prossimo EP per verificare se questa coerenza si potrà mantenere anche sulla lunga distanza.

Alessio Sechi

*Nel 1952 Andreas Fridolin Weis Bentzon, uno studente danese in vacanza scolastica in Sardegna, rimase folgorato dalla natura selvaggia dell'isola, dalla sua gente e dalla sua cultura. Ritornò diverse volte negli anni per condurre delle ricerche antropologiche incentrate in particolare sulle Launeddas e il ruolo di questo strumento musicale nella cultura sarda. La sua sarà una testimonianza importante per la conservazione di una civiltà che rischiava di scomparire nel nome del progresso.


https://gsproduction.bandcamp.com/album/tra-rocce-e-cortecce



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