The Heart And The Void - The Loneliest Of Wars / CD
Self-Released - Sangue Disken 2018
Singer/Songwriter - Folk/Pop
Ascolta il brano: Hard Times Coming
Enrico Spanu è un folk singer cagliaritano e The loneliest of wars – uscito lo scorso Gennaio – è il suo primo disco ufficiale, la prima tappa decisiva che segue due EP d’anticipo: Like a dancer (2012) e A softer skin (2013). Si capisce subito di avere a che fare con un disco prezioso e onesto, il disco di uno che suona carnalmente, un disco diretto e semplice, un disco folk. La voce parte morbida e precisa. Il mood narrativo si muove su un andamento quasi visivo, a tratti poetico. Il fingerpicking traina una slitta leggera di bassi morbidi, di batterie e percussioni mai pretenziose, di archi e fiati che ritagliano spazio solo se serve.
C’è il mare in copertina, che non è il mare da spiaggia ma una semplice porzione d’acqua increspata di riflessi, scura, profonda. Chissà se per caso è la sua fotografia di Sardegna.
In cabina di regia a curare la produzione artistica c’è Fabio Demontis, bravo a selezionare, a colorare con gusto, a gestire gli equilibri di un album così delicato. A intrecciare melodie vocali con il padrone di casa ecco Federico Pazzona, in arte Beeside, che canta in Her Hair Was Like Sand, mentre Dusty Kid – producer elettronico di caratura internazionale – disegna un plus di archi in An island might not be the end, forse il brano più squisitamente territoriale della tracklist.
Se partisse con voi per un viaggio, questo disco saprebbe farvi compagnia a prescindere dalla direzione. Potrebbe portarvi nel buio umido di una miniera o sotto le vostre coperte di sempre, tra le polveri della Route 66 o all’ombra di una pineta mentre aspettate che il mare si calmi. Nel viaggio mentale che ho fatto mentre ascoltavo il disco con le mie fedelissime cuffie da studio, eravamo in due seduti su una macchina poco importante e guardando fuori cantavamo a memoria Me and Ethan, pezzo che ogni coppia dovrebbe cantare, anche solo per il gusto di cantarlo insieme. E infatti c’è una voce di donna nei cori di questo brano, solo che in questo caso, a differenza di quanto accaduto nel mio viaggio senza auto, lei canta davvero… ed è la bravissima Giulia Piggio.
Pasquale Demis Posadinu