Fluxus – Non si sa dove mettersi / LP
Autoprodotto / 2018
Hardcore Punk
Ascolta il brano: Ma ero già indietro
Sono tornati i Fluxus come solo loro potevano fare! Graffianti come gli artigli di una lince solcano la pelle di questa società, di questo paese reale, e come dice il titolo del loro nuovo album Non si sa dove mettersi. I Fluxus ci portano tra vorticose empatiche chitarre distorte verso la questione di fondo, in questo presente dove nulla sembra appartenerci, dove si ha la sensazione che ci abbiano rubato il posto, l'appartenenza politica e musicale, ma soprattutto sociale, comunicativa e critica. Se non ti adegui ai tempi che corrono sei tu quello fuori posto, non gli altri.
Nel brano d'apertura Nei secoli fedeli, dalle tinte fosche quasi doom, i cani abbaiano ma non mordono e “aspettano felici la carezza del padrone”. Un potente riff introduce la successiva Licenziami, dove legati su una sedia quasi imploriamo di farci licenziare dal mondo, ma con stile; si prosegue con il singolo Ma ero già indietro che ha anticipato l'uscita dell'album nel dicembre scorso, due minuti in puro stile Fluxus. A seguire, uno dei pezzi maggiormente taglienti e incisivi Ami gli oggetti: una sintetica narrazione delle persone del nostro tempo, diventate più account che esseri viventi con neuroni funzionanti, tema poi ripreso nella potente Gli schiavi felici “Servi dei selfie dei selfie dei servi”. Con Prescrivimi qualcosa si torna al ritmo serrato, all’incedere inconfondibile della band di Torino, ma non mancano nel disco alcune pause dalla furia musicale, La decima vittima per esempio si trascina echi musicali di Una splendida giornata di luna (vecchia song dei Fluxus). In Mi sveglio e sono stanco l'hardcore-punk la fa da padrone nel descrivere i nostri simili che pagano per ogni cosa, come per il riso e il pianto, e chiedono "governami che non so cosa fare... che non so dove andare"; arriva poi la maestosa Bianca materia dove le chitarre ci trasportano in vorticosi paesaggi "senza controllo a rotta di collo nella realtà".
Datemi il nulla: un minuto e cinquanta di aggressività prima di chiudere con l'ipnotica Alieni per la strada, dove il basso dipinge un paesaggio quasi nucleare e "il senso delle cose ha solo un senso per loro", quelli a cui gridiamo di darci tutto indietro "che indietro non vogliamo tornare".
I Fluxus ci hanno fatto attendere dall'ultimo omonimo album, ma ne è valsa veramente la pena, un grande ritorno di una delle band più influenti del panorama hardcore-punk italiano.
Marco Falchi
Fluxus / Facebook