Uscito nella mezzanotte tra il 3 e il 4 ottobre scorsi in anteprima su Youtube, successivamente rilasciato su tutte le piattaforme streaming, Ghosteen è il diciassettesimo album in studio di Nick Cave e i suoi Bad Seeds, ma uscirà fisicamente solo il prossimo 8 novembre per la casa discografica dell'artista, la Bad Seed Ltd.
L’annuncio a sorpresa fatto una settimana prima dallo stesso Cave – mentre chattava con un fan di nome Joe sul suo forum The Red Hand files – ha mandato in fibrillazione la fanbase e molti addetti ai lavori che non si aspettavano l'uscita di un nuovo album. L’artista infatti al momento della notizia era ancora in tour con lo show Conversation with Nick Cave, che tra l'altro andrà avanti per buona parte del 2020.
Come anticipato dal Re Inchiostro nel post, Ghosteen è un doppio album che chiude idealmente la triologia iniziata con Push the sky away del 2013 e proseguita nel 2016 con The Skeleton Tree: la sua composizione si incastra drammaticamente nella tragedia della morte del figlio Arthur, precipitato dalla scogliera di Ovingdean Gap a Brighton nel 2015.
Già a partire dalla mistica copertina, che raffigura un eden luminoso di vegetazione e animali esotici e fantastici, l’album promette e mantiene un viaggio spirituale e lirico verso universi altri, dove l'artista si è tenacemente arrampicato per trasfigurare il dolore umano. Proprio come dichiarato da Cave infatti, Ghosteen è un inno al dolore: facile intuire che il ragazzo fantasma del titolo sia proprio suo figlio Arthur.
I testi rincorrono parabole e visioni profetiche ma anche diapositive di bizzarra quotidianità, una ricerca sul senso della vita che sicuramente Cave è in procinto di completare. Il tutto suona come un colossale organo sacro dove spessi tappeti di archi e synth accolgono la voce del poeta dark che spesso scivola dal cantato allo spoken word: niente batteria quindi, né chitarre. Fondamentale nella creazione di quello che è stato definito una sorta di drone-ambient, l'apporto del braccio destro di Cave, Warren Ellis, con lui nei Bad Seeds e nei Griderman e suo partner in infiniti progetti.
Ma tornando a Ghosteen, una prima via d'accesso alla complessità di questo lavoro l'ha fornita proprio Nick nel post su The Red Hand: “Le canzoni del primo album sono i bambini, le canzoni del secondo album sono i loro genitori. Ghosteen è uno spirito migrante".
Nel frattempo il disco ha ricevuto recensioni lusinghiere sul 100% della stampa specializzata, un motivo in più per non perderlo!
Buon ascolto e buon viaggione.
Joveline