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di Marcella Muglia

We Are Not Your Kind, sesto album degli Slipknot, esce oggi per la Roadrunner Records a cinque anni dal precedente 5: The Gray Chapter. Il disco esce senza Chris Fehn (uscito dalla band a marzo di quest’anno) con antipatiche controversie legali e nuove maschere horror per inaugurare il ritorno in scena.
Il titolo è preso da una frase di All Out Life, il singolo uscito a ottobre 2018 con annesso videoclip diretto dallo stesso Shawn Crahan (il malefico clown percussionista), e si riferisce all’isolamento umano determinato da certe scelte controcorrente.
Un'ora abbondante di groove metal con 14 tracce scelte con rigore fra le 30 complessive prodotte in sede di registrazione: un mix di sound vecchio e nuovo con riff taglienti e potenti, tamburi tribali, elettronica e l’immancabile – e inimitabile – tappeto ritmico marchiato Slipknot. Senza tralasciare le doti canore di Taylor che passa con duttilità dal growling allo screaming al pulito, nemmeno stavolta mancano le parti melodiche, in particolare con My Pain e A Liar's Funeral, particolarmente intense e malinconiche.
In generale si tratta di un lavoro aggressivo e tormentato in cui vengono affrontati temi come la depressione e la solitudine, e in ogni caso la lente narrativa sembrerebbe incentrata su una dimensione introspettiva. Casomai ce ne fosse bisogno questo disco ribadisce il grande livello tecnico-compositivo della band e un carisma autentico, unico e originale.
We Are Not Your Kind è da oggi disponibile in tutti i negozi di musica e digital store. Atteso a Milano il prossimo live italiano per il 2020 dopo la data di Bologna dello scorso 27 giugno.
Stay tuned.

Marcella Muglia



fotografia di Alexandria Crahan-Conway










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