Sono passati quasi trent'anni dalla presentazione del primo progetto della linea ferroviaria Torino - Lione e ancora oggi i valsusini dichiarano con fermezza le motivazioni del no a questa grande opera, un tunnel che ritengono sostanzialmente inutile, dannoso all'ambiente e all'economia del territorio. Lo ripetono da trent’anni, qualcuno è finito in galera, qualcuno addirittura suicidato nell'attesa di un processo e qualcun'altro costretto a pagare cifre assurde per aver offeso il bel paese (ne avevamo parlato anche noi sul magazine cartaceo: Link).
In questi anni il movimento No Tav ha portato avanti le sue ragioni con manifestazioni, conferenze, dibattiti nonché studi e documentazioni, tenendosi sempre a debita distanza da qualsiasi partito politico. Naturalmente la battaglia è stata dura, serrata, ostinata: una lotta si diceva una volta.
Ma al di là della partigianeria c’è da dire che i grandi media da parte loro qualche problema l'hanno sempre avuto (ma è la democrazia plurale centralizzata questa, bellezza!), preferendo parlare degli scontri più violenti e mai delle conferenze o dei dibattiti, creando un immaginario di manifestanti cattivi e mai di padri e madri preoccupati per le sorti delle loro famiglie. Certo non sta a noi fare la propaganda opposta e dipingere i No Tav come le anime belle delle copertine del catechismo e del disco dei Disciplinatha (Un Mondo Nuovo), ma ai tempi di Prodi, quando la sinistra è salita al potere per la prima volta nella storia della prima Repubblica, la situazione politica era cambiata pressappoco così: “Vi manderemo via a calci nel culo, ma con educazione, compagni”; e così è stato per tutti i governi successivi. Solo che i calci nel culo sono arrivati da tutte la parti, appunto. Ma questa è la Resistenza, bellezza.
E sempre al di là della partigianeria alcuni di questi media sarebbero finanziati da chi ha interesse che il tunnel venga costruito (si veda il documento Link), e qui ci sarebbe da aprire un capitolo sull'importanza dell’editoria indipendente, ma lasciamo stare per ora.
Il prossimo 8 dicembre il movimento scenderà in piazza a Torino per la nona Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte. In vista di questa data sono state organizzate assemblee e incontri per creare una mobilitazione diffusa che coinvolga altre lotte per la tutela dei territori.
Nell’attesa dell’evento sarebbe bene fare rewind, a proposito di editoria indipendente, e francobollarci sulla fronte i recenti servizi televisivi sul Sì Tav, tanto per farci due risate.
Dettaglio nerd: la locandina della manifestazione è firmata Zerocalcare, da sempre sostenitore No Tav.
Di seguito alcuni link informativi:
http://www.notavtorino.org/principale.htm
http://www.notavtorino.org/documenti/breve_storia_tav.htm
Marcella Muglia