I figli del corvo
Carlo Deffenu
Watson Edizioni, 2019
I figli del corvo è il sesto romanzo dello scrittore Carlo Deffenu, il terzo per Watson Edizioni, pubblicato nella collana True Fantasy. Dopo il realistico quanto doloroso La memoria del corpo (AlterEgo, 2018) e in attesa della conclusione della trilogia dedicata al fortunato personaggio di Sad (Il clan dei cari estinti, 2015; La maledizione del cuore fantasma, 2016), l’autore torna al genere urban fantasy con questo libro che segna l’inizio di una nuova saga.
Un uomo sporco di sangue si risveglia in un vicolo senza ricordare nulla, una ragazza che soffre di una rara allergia all’acqua cammina sotto un temporale, il commesso di una stazione di servizio fa il turno di notte, un investigatore privato di mezza età si ritrova a fare i conti con i propri fallimenti. Attraverso l’intreccio di questi diversi destini i protagonisti entreranno in un universo pericoloso, popolato da forze soprannaturali, in cui il Bene e il Male arrivano allo scontro.
Nato per essere il primo capitolo di una nuova trilogia – questa volta dedicata a un pubblico più adulto rispetto alla precedente – I figli del corvo è un libro difficile da classificare poiché è il risultato di una mescolanza molto ben riuscita di diversi generi letterari in cui l’elemento fantasy è solo il più sfacciatamente evidente. Procedendo con la lettura troviamo echi cupi da vecchio noir alla Raymond Chandler, atmosfere da thriller contemporaneo che sembrano strizzare l’occhio a Stephen King, immagini volutamente pulp che rimandano a una narrazione cinematografica molto vicina a Quentin Tarantino e che rendono il romanzo estremamente godibile anche da parte di coloro che non annoverano il fantasy tra i generi favoriti.
I cambi di tono sono frequenti ma alleggeriti da un senso dell’ironia molto efficace che permette al lettore di procedere spedito nell’intreccio della trama: «Nessuno le ha mai detto che assomiglia in modo impressionante al Tenente Colombo?» viene chiesto all’investigatore privato mentre, come una sorta di parodistico Philip Marlowe, sorpreso dalla pioggia fuori da una cabina telefonica, cerca riparo in un bar.
Il punto di forza di questo romanzo, come in molti lavori di Carlo Deffenu, è certamente la caratterizzazione dei personaggi, ben delineati nella propria originalità fin dalla scelta dei nomi. Lo stile narrativo, molto fluido e immediato, procede per immagini nette e definite che si alternano a dialoghi veloci, dando così ritmo allo scorrere degli avvenimenti. Una storia avvincente e ben raccontata che non tradisce gli appassionati del fantasy ma che, proprio perché ben lontana da stereotipi e cliché letterari, è in grado di attrarre l’attenzione di un pubblico più vasto e variegato.
Francesca Arca
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