La rivolta degli ubriachi
Testa o croce? Tenete presente che scegliere croce è una cosa da perdenti. Certo, anche vivere lontani da come si vuole vivere è da perdenti, e allora? Testa o croce?
La verità è che abbiamo un problema di sopravvivenza e ci si ammazza in qualche modo, ogni giorno: io bevo troppa birra e guardo troppa televisione, d’altronde è impossibile stare lucidi abbastanza a lungo, che so, per dedicarci a qualcosa di veramente sensato come la lotta politica, e chi può permetterselo? Quindi ci si ammazza diventando sempre più stronzi, o ammazzandosi, o ammazzando qualcuno che ci è caro – in un modo o nell’altro – facendosi inculare da un trans, da facebook, dal telegiornale.
Bella generazione che siamo. Per quanto una possibilità io dico ce l’abbiamo, se solo riuscissimo a conquistare uno spazio minimo – dico solo uno spazio minimo – dove poter essere quello che siamo e che possiamo essere, con gli altri (e per gli altri, sì, perché no?). Ogni generazione ha una responsabilità su quella successiva, e lo sappiamo benissimo che le generazioni precedenti hanno sbagliato tutto, lo sappiamo. In teoria potremmo farcela: potremmo impostare la situazione in un altro modo, se solo riuscissimo – inculate a parte – ad avere uno spazio minimo al di fuori della sopravvivenza che non sia il bar o lo scannatoio sociale, o essere e diventare degli stronzi. Tenete presente che nel preciso momento in cui ci troviamo davanti all’abbruttito, a quello più abbruttito di noi, quello che ci fa sentire abbastanza degni – per non dire superiori – ecco, in quel preciso momento siamo noi gli stronzi, perché ci siamo caduti un’altra volta: nelle promesse del Leviatano, dello stato, della scuola, della televisione e del vaffanculo.
Vincente o perdente. Testa o croce? E quello stronzo lì davanti a noi, quell’alcolista attaccabrighe che picchia la moglie e che a quarant’anni si fa di cocaina, quello sarebbe il perdente. Eppure non ci vuole molto a vedere la verità, se non fosse che siamo pieni di birra, di noccioline e di stronzate. Certo, il tizio in questione è andato più a fondo di noi: le sue illusioni si sono fracassate e va avanti così, a pezzi. Ma se non sbaglio siamo dalla stessa parte del bancone e insomma, dovremmo ammettere di essere pure noi degli stronzi. Certo che sarebbe bello fregarsene della sopravvivenza per una volta, abbastanza a lungo da restare lucidi e mollare il bar e la televisione, e ritrovarsi in piazza domenica e vedere un po’ che cazzo abbiamo da dirci. Io dico testa, e se viene croce almeno ci abbiamo provato, non tanto per noi (non dico che siamo proprio fottuti, è che non abbiamo molte cose di cui vantarci), lo dico per quelli della prossima generazione: diamogli la possibilità di non essere obbligatoriamente degli stronzi. Insomma dobbiamo smetterla di crepare, e se proprio dobbiamo farlo, allora facciamolo in grande stile. Quello che voglio dire è che in definitiva sta a noi decidere se continuare a essere degli stronzi senza speranza, o cominciare a essere degli stronzi consapevoli.
Allora cosa dite: testa o croce?
Uno
RIVOLUZIONARI BORGHESIIIII
RIVOLUZIONARI BORGHESIIIIII
GIOCHIAMO A FARE LA GUERRAAAA?
Questi rivoluzionari borghesi
cercano sempre un Cristo armato
da addobbare.
Togliatti, Stalin e quegli stronzi
li detestano tutti,
ma è da lì che vengono.
Ecco, un bel Che Guevara
potrebbe andare,
con la barba che funziona
e un fucile, magari disegnato.
Questi coglioni,
educati a servire dalla nascita,
s’indignano per la corruzione
e credono nello Stato.
Ora cercano un padrone
da chiavare gentilmente.
PARAPAPPEROPOPO’!
Una bella passata di Mussolini
non guasterebbe,
nel senso che Mussolini, lui sì
che era sindacalista,
rivoluzionario naturalmente.
Il fatto è che questi stronzi
spiccano sempre,
e parlano, e parlano…
sempre attaccati al potere.
Ed è proprio come diceva
quel fascista di Bukowski:
vedi, mio caro,
la politica è come cercare
di inculare un gatto!
Articolo tratto dal numero 17 di Underground X (ottobre 2017)