Siamo partiti da un'idea legata a un'elettronica brutale e siamo spontaneamente scivolati verso il rock elettronico...
I Mac and The Bee nascono a Sassari nel 2012 dall'incontro tra Federico Pazzona (voce e chitarra elettrica) e Antonio Maciocco (synth, tastiere e programmazioni): l'obbiettivo iniziale è costruire un'elettronica istintiva, affrontata attraverso un approccio compositivo metodico e non scevro da ricercatezze. Scivolare verso un contaminatissimo electro-rock, in cui l'ingresso di Daniele Pala alla batteria ha un ruolo determinante, costituisce l'evoluzione spontanea di un progetto che rifugge le catalogazioni.
Nel 2014 esce per Officine Musicali il primo omonimo disco. I brani del periodo successivo accolgono nuove influenze, sconfinando in più casi nel prog, nello stoner e nel post-rock: trasformazione che troverà un elemento catalizzatore nel primo bassista stabile della band, Bruno Ponchietti. Unleashed esce nel 2015 EP dalla cui title track è tratto il primo videoclip ufficiale. Abbiamo incontrato i Mac and The Bee per capire più da vicino come sia nato e si sia evoluto il loro progetto artistico.
I Mac and The Bee nascono come duo nel 2012, per poi divenire un progetto di più ampia portata, accogliendo due nuovi membri nella band. Come sono cambiate le sonorità che v'identificano da allora sino all'uscita di Unleashed, vostra ultima fatica?
Abbiamo dato inizio ai Mac and the Bee partendo da un'idea legata a un'elettronica brutale e siamo spontaneamente scivolati verso il rock elettronico. La prima tappa fondamentale quindi, è stata inquadrare la direzione. Fatto questo, la seconda tappa è stata l'ingresso di Daniele alla batteria. Tutto cambiato. Stessa direzione, di concetto, ma del tutto aggiornata ed enormemente più ampia. A tratti drum'n'bass, a tratti sospesa, talvolta verso il prog, la gamma di colori si è estesa parecchio. Daniele scrive musica meravigliosamente, certamente non è solo un ottimo musicista, ma anche un compositore di grande sensibilità – inevitabile che questo determini un altro punto di svolta. La registrazione del disco, i nuovi brani, e poi l'ultima (finora), tappa decisiva, l'arrivo di Bruno al basso che ha portato un altro grande cambiamento con il suo apporto compositivo ed espressivo molto caratterizzante in termini di suoni, arrangiamenti e forme nel linguaggio-canzone. Con questo, crediamo si sia raggiunto l'assetto compiuto.
Come lavorate a un nuovo brano? Arrivate in sala prove con un'idea già definita del pezzo oppure si tratta di un processo condiviso?
Talvolta l'uno, talvolta l'altro. Anche quando tra noi è un singolo a presentare agli altri un brano o uno spunto, esso viene sempre rivoltato come un calzino da un lavoro di gruppo. Quindi la condivisione entra a far parte anche della prima opzione.
Il gusto per la contaminazione appare una caratteristica comune a tutta la vostra produzione: qual è il vostro background musicale e che rilevanza ha nella composizione dei pezzi?
Il prog anni '70 è il genere che più ha influenzato Antonio, insieme al rock anni '90, soprattutto quello italiano, senza dimenticare jazz, dub e trip pop. Federico invece proviene dall' hardcore, dal post-rock e dalla musica cantautorale. Le sonorità di Daniele vanno verso Tool, Primus, Jojo Mayer, Nine Inch Nails e Rony Size. Bruno è più legato ai colori del jazz ma pure a cantautorato, classica, fusion, pop. Dagli Screaming Headless Torsos e i Led Zeppelin a Fabrizio De André, anche il suo orizzonte musicale è vastissimo. In ogni caso, a coesistere nei MATB ci sono quattro sistemi non diciamo ortogonali, ma certamente assai dissimili. Non sappiamo come, ma la cosa funziona benissimo! Non smettiamo di imparare gli uni dagli altri, ogni prova è sempre diversa dalla precedente, sotto tutti i punti di vista.
Nella traccia A Mistake, contenuta nel primo disco, è presente una citazione dal film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, mentre nella versione live di un inedito figura un brano di Jack Folla, alter ego letterario di Diego Cugia. Qual è il legame tra le tematiche affrontate nei vostri testi e l'attualità italiana?
Il brano a cui ti riferisci è un'elaborazione audio realizzata da Antonio, che utilizza un lavoro di Cugia riguardante l'alienazione da lavoro e le ore di vita che sottrae – discorso affrontabile se hai la fortuna di avere un impiego... attualmente, è talmente difficile trovarne uno che la problematica va ridefinita completamente. L'argomento dell'esercizio del potere è invece il tema di A Mistake. Siamo stati felicissimi di aver ottenuto, senza alcuna fatica tra l'altro, l'autorizzazione a poter usare questa citazione nel disco. Quando è Federico ad elaborare il messaggio di un brano, le tematiche sono incentrate soprattutto sui meccanismi di dipendenza che si instaurano nelle relazioni interpersonali, fantasmi che sciupano la bellezza e la purezza dei rapporti tra individui e che pertanto, secondo noi vanno combattuti non troppo dissimilmente dalle riabilitazioni rispetto alle dipendenze chimiche. Tematiche valide in Italia quanto in qualsiasi altro posto del mondo.
Una caratteristica del progetto Mac and The Bee è l'apertura verso le collaborazioni: il vostro primo album ha un guest al basso per ogni pezzo. Quali sono i musicisti con cui vorreste collaborare in futuro?
Se parliamo della nostra città ci sono alcuni musicisti locali che ci piacciono molto per il loro approccio alla musica o per delle particolarità. Oltre ai sei bassisti che già hanno collaborato con noi, ci piacerebbe lavorare con Gavino Riva, con Andrea Marcias (già IAgainstMe, Calico, ex In My Viscera), con Roberto Schirru dei MowMan, con Olmo Curreli dei Vilma, con Christian Marras, che è un grande produttore artistico nonché bassista. E tanti altri che adesso non mi vengono in mente. Mi piacerebbe tantissimo mettere sul palco un ensemble di quattro gruppi dove si mischiano gli elementi di Mac and The Bee, MowMan, Astral Farm e Monoke (tutte band sassaresi ndR.). Sarebbe una cosa fuori del comune.
Come vi rapportate alla scena musicale indipendente italiana e sarda, e quali sono i vostri progetti futuri?
Guardiamo con estremo interesse soprattutto alla scena locale, siamo convinti che ci siano dei musicisti eccelsi oltre che dei progetti interessantisimi, e con Officine Musicali Antonio cerca sempre di dare spazio a queste band. Attualmente stiamo lavorando al nuovo album, che probabilmente uscirà nella primavera del 2016 e sarà ricco di novità. Per quanto riguarda i live, abbiamo aderito attivamente al circuito sardo FuoriOfficine e da gennaio entreremo a far parte di quello, più esteso, di Brincamus.
Grazie mille, MATB!
Grazie a voi!
Nike Gagliardi
ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 15 - MARZO 2016