LILIES ON MARS: Una girl-band dalla personalità eclettica che ad ogni uscita discografica sorprende.
Lilies on Mars progetto sardo-londinese formato dalle polistrumentiste Lisa Masia e Marina Cristofalo, attivo dal 2011.
Una girl-band dalla personalità eclettica che ad ogni uscita discografica sorprende.
Noi di U.X le abbiamo incontrate poco prima dell'uscita del loro ultimo lavoro, AGO rilasciato il 25 settembre scorso mentre il tour europeo è partito a ottobre 2015.
Ciao Lisa e ciao Marina, AGO è il vostro quarto album e presenta un ulteriore cambiamento nel vostro sound rispetto ai precedenti lavori.
È proprio così: l'anno scorso, dopo il nostro tour tra Europa e America, eravamo particolarmente ispirate da tutte le esperienze accumulate nei mesi precedenti. Ci siamo rinchiuse in studio sperimentando con dei suoni nuovi, jam dopo jam: ci siamo ritrovate, per la seconda volta dopo Dot to Dot (del 2013), nella nostra homeland, la Sardegna. Abbiamo adibito la casa al mare a studio e ci siamo buttate nella composizione. Alla fine tutto il disco, dal sound design alla post produzione sono made in Sardegna!
Ho letto da qualche parte nella rete che il vostro primo singolo, Dancing star, ha i suoni di una "discoteca spaziale" e io personalmente ci trovo dei riferimenti a suoni retro, atmosfere sci-fi anni '70 e '80, ma anche un leggerezza più "pop".
Sì è vero ma siamo andate ancora più indietro, ci siamo fatte influenzare dai pionieri della musica elettronica, i produttori di soundtrack di film e serie tv di ambientazione spaziale degli anni '50! Anni in cui i suoni "dello spazio" letteralmente non esistevano e che dovevano essere creati dal nulla in studio. Abbiamo assorbito moltissimo dagli stereophonic works in analogico della Bbc del periodo. Questo disco è stato definito da molti di genere dream pop, proprio per queste atmosfere.
A questo proposito non posso non chiedervi che ne pensate: dream pop, shoegaze, ma anche indie, elettronica... queste sono le etichette che vi hanno seguito durante il vostro percorso musicale, vi ci riconoscete oppure sono appunto delle etichette che la musica, e soprattutto i recensori, hanno assolutamente necessità di avere per orientarsi in un panorama musicale così eterogeneo e contaminato?
Ti diremmo che forse è necessario: al principio eravamo categorizzate come shoegaze ma già in ques'ultimo disco questa definizione è totalmente sbagliata perchè ci siamo non dico evolute, ma proprio spostate da questo genere! Ogni volta che ci ritroviamo in studio cambiamo il nostro sound; è una combinazione di applicazione e sperimentazione. Ovviamente quando leggiamo i paragoni dei recensori tra noi ed altre band o progetti di questo o quell'altro genere che ci piacciono, siamo spesso lusingate. Quando scriviamo e registriamo non ci mettiamo di sicuro dei limiti ma tendiamo a scoprire dei suoni nuovi.
Voi personalmente da che "scuola" provenite? Che band o che genere vi ha fatto appassionare alla musica fino a portarvi a sceglierla come strada? Vi siete conosciute per via della musica?
No, in realtà ci siamo conosciute perchè facevamo musica entrambe, ma in generi completamente diversi!
Avevamo ascolti quasi opposti all'inizio: due background differenti, la sintonia tra noi è venuta fuori soprattutto dalla voglia comune di fare e sperimentare un percorso nostro.
Classica domanda se si parla di Lilies on Mars, Battiato. Avete spesso ricordato nelle vostre interviste che è proprio grazie a lui se le Lilies esistono, come se lui avesse già visto in voi due già il nucleo di una band!
È verissimo, tra il 2007 e il 2009, gli anni in cui abbiamo collaborato con lui (nel tour europeo de il Volo ndR.) si è parlato e ci si è confrontate tanto: in noi Battiato ha visto la voglia di sperimentare e ci ha spinte a realizzare le nostre idee. Ci siamo avvicinate moltissimo a questo modo di fare musica grazie a lui: tornate a casa a Londra ci siamo immediatamente messe a scrivere, e nel giro di un mese avevamo 10 canzoni, era nata la band!
Ho letto anche che spesso l'ispirazione arriva da un film da un libro o anche da un evento, non necessariamente da altra musica. Per quanto riguarda i testi invece li scrivete insieme? Viene prima la melodia o prima la poesia, la suggestione?
Prima arriva la musica, assolutamente. Per quanto riguarda le melodie ci vengono suggerite dall'ambiente esterno ma capita anche di tirarle fuori dal nulla.
Per quanto riguarda i testi noi non componiamo cercando di raccontare una storia con le parole ma con l'armonia, con il suono, il rumore... la voce stessa è usata come uno strumento. Le nostre liriche hanno un che di astratto ma hanno un senso molto preciso rapportate agli stati d'animo del momento.
Tra noi capita spessissimo che una scriva per l'altra, come in un rapporto telepatico... entrambe siamo delle outsider, c'è una comunicazione tra noi che diventa immediatamente musica e riusciamo a parlarci molto tramite la nostra musica: questo legame si sta evolvendo sempre di più.
Ci piace considerarci "due persone altrove" nel senso che non stiamo comunicando solo qua e ora ma abbiamo già comunicato già da qualche altra parte e ci siamo ritrovate.
Dot to Dot è stato composto al vostro immediato rientro dal tour americano con la band inglese Fanfarlo: come è stato vivere un tour in un paese così sterminato? E il pubblico com'è da quelle parti?
Noi abbiamo avuto un'esperienza incredibile: un mese e mezzo pigiati in un tour bus attraversando un paese sterminato e suonando ogni sera in una città diversa, magari in uno stato diverso. La cosa più meravigliosa -e che non ci era mai capitata prima- è che dopo ogni concerto il pubblico veniva a salutarci e ringraziarci per essere arrivati sin là e questo succedeva sempre! Siamo state accolte benissimo.
Voi siete un gruppo femminile: cosa vuol dire essere una musicista donna nel 2015 in Italia? C'è tanto maschilismo? Com'è la situazione nel resto d'Europa e negli Stati Uniti?
Vorremmo dirti di no ma purtroppo (ridono ndR.) c'è ancora! La categoria di uomini che pensa che le donne non capiscano tanto di musica c'è sempre, anche all'estero... non è una questione solo italiana! In Italia possiamo avere un'esasperazione, ma noi dopo tanti anni abbiamo una bella armatura contro questo genere di attacchi e a parte gli scherzi, per fortuna sia nella vita reale che nel campo musicale, ci circondiamo sempre di persone che rispettano il lavoro delle donne a tutti i livelli e in tutti i sensi.
Grazie mille della disponibilità!
Grazie a voi e un saluto ai lettori, vi aspettiamo ai nostri live!
Joveline
ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 15 - MARZO 2016