Gli Icy Steel celebrano il loro decimo compleanno con noi di Underground X!
Gli Icy Steel nascono ufficialmente nel gennaio 2005 da un idea di Stefano Galeano.
Negli anni la band, attraverso vari cambi di formazione, pubblica quattro album e apre i concerti di band storiche come Pino Scotto (Ex Vanadium), Labyrinth, Raven e Manilla Road; e nel 2013 partecipa al Metalitalia.com Festival, esibendosi sullo stesso palco di Uriah Heep, Destruction, Vicious Rumors, Demon, Sadist e molti altri; Il gruppo ha anche l'opportunità di suonare "Metal Warriors" dei Manowar con il loro storico batterista Kenny "Rhino" Earl.
Ora, dopo 10 anni di carriera, gli Icy Steel vogliono celebrare il loro compleanno con noi di Underground X: il frontman Stefano Galeano e il batterista Flavio Fancellu ci hanno concesso un'intervista per raccontarci come intendono festeggiare questo decennio all'insegna della musica epica!
Ciao Stefano e Flavio grazie per essere con noi oggi. Iniziamo con una domanda personale, chi erano e chi sono oggi gli Icy Steel?
Gli Icy Steel dopo dieci anni sono cresciuti musicalmente e tecnicamente. Proveniamo da vari cambi di line up, e oggi abbiamo una maturità diversa: dieci anni fa eravamo acerbi e più genuini, ora diciamo che siamo quello che ho sempre voluto che fossimo.
Ancora oggi vi influenza la musica che ascoltavate dieci anni fa?
Dieci anni fa, lo dico non perché io sia stato il fulcro del gruppo ma perchè scrivevo i testi, i nostri pezzi erano influenzati dai gruppi che ascoltavo io. Sarò scontato e molto metallico, ma provengo da influenze come Judas Priest, Black Sabbath, Manowar, Jethro Tull, Creedence... oggi, invece, la nostra musica nasce dall'insieme delle influenze di tutti i membri della band, ognuno col suo bagaglio di ascolti. Pensa che in “Kronothor”, il nostro ultimo album, abbiamo utilizzato un hammond, in pieno stile progressive anni 70! Anche se penso che quando uno crea dovrebbe riuscire a non lasciarsi influenzare.
Avete all'attivo tre album, sta per uscire il quarto: dopo dieci anni dovrete stupirci, che cosa dobbiamo aspettarci?
Intanto speriamo di stupire noi stessi! Questo sarà un concept diviso in due cd, di cui uno acustico. Il titolo è “Through the ashes” e il tema dell'album sarà la distruzione del mondo e dell'essere umano. L'album acustico sarà una sorta di riflessione post distruzione da parte dell'uomo. Io personalmente sono molto felice di questa scelta: questa tematica mi ha sempre affascinato ed è spesso presente anche nei miei dipinti... per fortuna i ragazzi, su questo punto, mi hanno lasciato carta bianca! Spero sia un album più maturo, come lo è stato Kronothor nel 2012. Ci tenevo a dire che ora gli Icy Steel sono come avrei sempre voluto che fossero: tutto ciò che compone la band è il lavoro di quattro teste e non più solo la mia; la scintilla può scaturire da ognuno di noi e poi insieme ci si lavora su.
Anche in questo album, come in Kronothor vi siete affidati a qualche strumento d'effetto, se così lo possiamo definire, oppure siete andati sul classico?
In questo album non abbiamo inserito strumenti particolari, ma vi anticipo che ci saranno molti cori perché l'album sarà molto epico e solenne, e nell'intro abbiamo avuto il piacere di collaborare con Francesco Masala come voce narrante! Sebbene non amiamo utilizzare l'italiano nei nostri lavori, abbiamo voluto inserite un intro recitato nella nostra madrelingua come apertura dell'album.
Tornando al disco in versione acustica, i pezzi saranno gli stessi del primo cd riarrangiati oppure saranno dei brani differenti nati proprio in chiave acustica?
Premetto che noi, Icy Steel, abbiamo già un set acustico che ci permette - quando riusciamo - di suonare "in casa" diciamo così... in questa maniera riarrangiamo i nostri pezzi elettrici per proporli a un pubblico più ampio; ma questo nuovo album nasce proprio con una concezione acustica, con brani originali, dove io ogni tanto suono il flauto irlandese. Purtroppo suonare in chiave elettrica non è sempre fattibile, come ben sapete, ma sono contento di avere al mio fianco dei musicisti molto versatili e adattabili ad ogni situazione.
La vostra è una produzione self o c’è un’etichetta che vi supporta?
Momentaneamente abbiamo un’agenzia di Milano che ci segue, e sappiamo già che appena ci sarà l'uscita dell'album faremo due o tre date nello stivale. Stiamo valutando a quale etichetta affidarci perché l'agenzia si occuperà solo del booking e di procurarci date. In questi dieci anni abbiamo avuto varie esperienze sul versante label, quindi ora da parte nostra c'è un'attenzione maggiore su chi affidare la nostra musica. In Italia come nel resto d'Europa si chiedono cifre ingenti e in più, come riscontro spesso, si ha una scarsa attenzione verso il singolo che sogna di sfondare; quindi per ora ci autoproduciamo e ad album uscito vedremo chi scegliere per ricoprire tale compito.
Quanto tempo avete impiegato per la realizzazione di "Through the ashes"?
Per la fase compositiva un annetto. Oltretutto, l'album in acustico era pronto già prima di quello elettrico, ma giustamente volevano sentirli entrambi per darci una risposta definitiva, e tra una cosa e l'altra sono trascorsi tre anni. Tempo e denaro giocano a sfavore, e potrebbe sembrare che non abbiamo fatto nulla per tre anni ma in realtà le cose non sono andate così!
Anche voi, dieci anni fa, per farvi conoscere usavate il metodo dell'invio dei demo alle varie label o riviste del settore?
In realtà nel 2005 andava per la maggiore My Space, abbiamo utilizzato questo metodo per farci conoscere. Il fato volle che un'etichetta tedesca, la Pure Steel Records, ci contattasse e ci producesse il primo album che non ebbe mai un titolo, ma rimase sempre "Demo 2005"! L’etichetta ci scritturò con tanto di contratto e nello stesso anno, parlo del 2007, ci chiamò per suonare a un festival tedesco con gruppi non di poco conto. Pensate che mi sono ritrovato a fine concerto a fare foto e firmare autografi, avevo le lacrime... io, uno qualunque, immaginate a 23 anni cosa si possa provare in un momento simile!
Siamo stati molto fortunati, allora c'era ancora interesse da parte delle etichette nel cercare band emergenti. In Germania hanno una cultura metal diversa, e i concerti iniziano alle due del pomeriggio per finire a mezzanotte! Lì se trovi un metallaro è un vero metallaro, catapultato direttamente dagli anni '80!
Stefano, ti ringraziamo vivamente per la tua disponibilità. Noi di Underground X vi facciamo i nostri migliori auguri di buon compleanno e vi auguriamo soddisfazioni epiche!
Grazie a voi e complimenti per il vostro lavoro, lo dico sempre che bisogna muoversi. Grazie per averci dedicato uno spazio!
Nadezda
ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 14 - LUGLIO 2015