DIAFRAMMA: "Cara entropia portami via"
"Oltre il muro solo ghiaccio e silenzio".
1984: i Diaframma danno alla luce il loro primo album Siberia.
Tra le steppe gelate dei meandri della mente e le strade ghiacciate reali sonorità plumbee vanno a infiltrarsi nella scena new wave toscana e assieme a Litfiba e Neon, nei primi anni ottanta, si dividono il palco di un genere musicale che diviene culto: i fan cercano i dischi nei negozi e li acquistano come rito fondamentale, i musicisti vivono per la musica ma non ci campano.
Fin dal primo lavoro la scrittura di Federico Fiumani, voce e chitarra del gruppo, si distingue per l'attinenza al reale, le parole scelte hanno la semplicità e l'immediatezza per descrivere la bellezza spezzata di cose vissute intensamente.
Il brano Siberia è una perla simbolo della new wave: una chitarra ebbra e nostalgica che accompagna la sua voce calda e piena.
La poetica dei Diaframma è anche e soprattutto nichilismo, dolente in Desiderio del nulla, si afferra ai singulti post punk di un'inanità che non va nascosta ma resa fascinosa ferendola. Si succedono componenti vari all'interno della formazione ma la produzione musicale va avanti.
Nel 1986 è la volta di 3 volte lacrime rischiarato dalla cupezza del primo lavoro, voce e chitarra emergono, con testi che toccano pigli di intima confessione non senza una buona dosa di ironia.
E ancora, nel 1988, i Diaframma pubblicano Boxe, forse meno incisivo.
Nel 1989 è la volta dell'Ep Gennaio pubblicato in vinile dove c'è anche l'arpeggiata L'amore segue i passi dei cani vagabondi dai claudicanti e teneri occhi. Con In perfetta solitudine, del 1990, le sonorità del gruppo si forgiano di nuovi elementi: la chitarra, ad esempio, si pregia di ritmi più veloci e giocosi, fintamente spensierati. Canzoni come Io amo lei, Verde e Diamante grezzo sono romantici latrati dedicati ad amori irrisolti.
E la poesia, sbeffeggiata a tratti dallo stesso Fiumani, non viene abbandonata:
"diamante grezzo/con la tua voce roca/diamante grezzo/come d'asfalto la rosa", del resto lui stesso dichiara il suo amore per poeti come Roversi, Rimbaud, Baudelaire.
Gli anni Novanta sono anni di distacco dalla matrice post punk/new wave.
L'album Il ritorno dei desideri, che contiene il brano Labbra blu reinterpretato da Cristina Donà, si avvicina molto ad un eclettico cantautorato italiano; mentre Sesso e violenza regala qualche scheggia punkeggiante dai testi acidi come Tachicardico e Endorfina.
Nonostante la metamorfosi progressiva delle sonorità, i Diaframma continuano ad essere seguiti dai vecchi fan e Fiumani resta un'icona del dark italiano, pur non essendo popolare. Di ciò probabilmente lui sorride e se ne fotte. Perché come dice Federico stesso:
"Sono molto contento di come sono andate le cose" e non ha intenzione di smettere di suonare a 51 anni, forse proprio perché fare musica non è un lavoro che può stancare ma qualcos'altro di radicato, di vitale.
Nel 2000 i Diaframma pubblicano album che versano più sul rock come I giorni dell'ira che racchiude quadretti di quotidianità;
Difficile da trovare, del 2009, risulta un rock un po' inacquarito, con tentativi solo accennati di contaminazioni jazz, strofe senza l'incisività che caratterizza Fiumani. Sotto tono, è il risultato.
Ma è nel 2012 che i Diaframma riprendono il vigore punk e aspro di sempre: esce Niente di serio.
La wave si fa più pesante e imprime istantanee di vita, nostalgia degli anni ottanta (Absurdo metalvox), l'estasi regalata dall'ascolto di un concerto (La botta di energia del rock), citando gli amati Joy Division (Anime morte) con la vena cinica che distingue Fiumani.
"Sogno nel cuore/sperma nell'occhio": la materia grezza e preziosa è ancora lì, schiva e nostalgica.
I Diaframma hanno attraversato e snobbato mode restando fedeli al solo desiderio di seguire la loro ispirazione come rari gruppi italiani hanno fatto e fanno.
Elisa Des Dorides
ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 8 - OTTOBRE 2012