Scuola, cameretta, cassetta, radione, tasto del play, via!
Fire in my soul, Crazy love, Rebel without a causa, Little little girl, Go wild!
Adrenalina pura, carica da vendere! Tutta la stanchezza e la noia di una giornata davanti ai professori, tutto il fastidio di amicizie false e stupide, tutta l’amarezza di sogni ad occhi aperti che mai si realizzano, tutto il peso di rimproveri e parole pungenti, tutto il nero delle tasche sempre vuote e tutta la rabbia di pugni dati e resi se ne vanno via, tutto sparisce all’improvviso e il ritmo avvolge la mente, il cuore batte forte e inarrestabile come un treno sulle rotaie, gli occhi si accendono e grandi vedono oltre, la mani si chiudono nei pugni raccogliendo tutta l’energia e le gambe fremono, hanno voglia di muoversi, i polmoni si riempiono di aria che ora è leggera, lo spirito non ha più catene, solo potenza e forza, solo libertà.
Questo era quello che accadeva quando si ascoltavano i Boppin’ Kids, questo erano i Boppin’ Kids.
Chissà perché poi, in fondo di gruppi rock’n’roll e rockabilly ce n’erano e ce n’erano stati tanti, magari non in Italia, perlomeno non noti, ma sicuramente fuori dai confini si. Eppure era così. Forse perché erano tre ragazzini appena usciti dalla terza media o dal biennio delle superiori, forse perché erano italiani, forse perché venivano da Catania, nella bellissima e affascinante isola di Sicilia, forse.
Fatto sta che il rock ce lo avevano nel sangue e lo sputavano fuori ad ogni accordo, ad ogni colpo di rullo, ad ogni schiaffo di contrabbasso, tre ragazzini che non rispettavano le regole, neanche quelle del rockabilly, come solo chi ha carattere e talento riesce a fare. Somethin’ else da Eddie Cochran? Si, ma passando attraverso i Clash. Tainted love da Gloria Jones e dai Soft Cell? Si, ma passando attraverso i Meteors. Lonesometrain da Johnny Burnette? Si, ma passando attraverso i Boppin’ Kids.
Chi era abituato alla purezza o non conosceva le atmosfere cupe rievocate dalla cricca di Lux Interior o da alcune perle dei Gatti Randagi di Long Island forse storceva un po’ il naso e tappava le orecchie al primo ascolto di certi passaggi armonici e dettagli ritmici o melodici, ma in breve anche brani come Castle of death e Love me like a stone entravano nella scaletta e l’album lo buttava giù tutto di un fiato, come il bicchiere della staffa prima di abbandonare il bancone del bar. Dopo il mitico Go Wild! arrivarono StillRockin’… e Just For Fun, un carattere diverso, un’essenza meno selvaggia e più discografica secondo alcuni, forse il preludio di uno scioglimento della band che avvenne all’alba degli anni novanta.
La notizia fu accolta con dispiacere e con ancor più dispiacere e delusione girava la voce che il cantante-chitarrista avesse rinnegato quel mondo e si fosse messo a fare il cantautore pop, stufo di doversi fare il ciuffo e dover portare chiodo e creeper. Molti criticarono, altri compresero.
Non era facile capire e prendere una posizione, forse anche quella era ribellione, a un obbligo dettato dalla forma, e forse sfuggì in tutto questo che,a dirla tutta, non sono proprio le punte a fare il rockabilly o lo psychobilly.
Dopo alcuni anni di silenzio, e poi dopo circa un decennio, il nome dei Boopin’ Kids riapparve nella carta stampata e fece capolino nella rete, un richiamo dovuto per quei recensori che si interessarono dei dischi degli Strich9, trio che della formazione ebbe tutti tranne il contrabbassista, sostituito da Consuelo, cioè Toni Carbone, al basso elettrico.
Infine, inaspettatamente, una recente rinascita della banda, anch’essa con soli due terzi del trio. Le divergenze che condussero alla dispersione dei tre amici non trovarono mai una riappacificazione e la scelta del contrabbassista di non aver più nulla a che fare con i compagni di una gloriosa gioventù e di mille favolose avventure fu mantenuta con esplicita fermezza e salda coerenza. Lo scioglimento del gruppo italiano che portò il rockabilly e lo psycho in televisione e sul palco di Sanremo quando essere rocker era scontrarsi contro tutto e contro tutti, era dire di no al conformismo del benessere, era rifiutarsi di scendere a compromessi con la vuotaggine dilagante e lottare fieramente anche a costo di rimanere soli fu un altro pugno nello stomaco per chi in esso aveva visto sogni divenuti realtà e dalla sua musica traeva forza, energia, vitalità.
Sebbene la strada sia proseguita con deviazioni, inceppamenti e stalli, molti portano con sé quei ricordi, hanno nella mente e nel cuore, nello scrigno delle emozioni, quel trio catanese di ribelli che come un fulmine a ciel sereno avevano marchiato a fuoco il cuore di molti ragazzi siciliani e italiani fatti come loro, irrompendo e piantando una bandiera ancora alta e orgogliosa nella vasta piana del rockabilly senza patria e senza frontiera.
Furio M Nestor, Nox
ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 10 - GENNAIO 2013
BIOGRAFIA/ DISCOGRAFIA:
Dal 1984 al 1991: Boppin’ Orazio (Orazio Grillo) Chitarra/Voce,
Blasko The Razor (Blasco Mirabella) Contrabbasso/Cori
Emilio The Insane (Emilio Catera) Batteria/Percussioni/Cori.
Partecipazione all’Hemsby Festival di Londra; supporto agliStrayCats con i GuanaBatz al Rolling Stone, Milano 1989; supporto a the Cramps, the Meteors, Tav Falco, Violent Femmes, the Pogues, Mano Negra; trasmissioni radio; trasmissioni TV, tra cui Quelli della notte e Doc; partecipazione ad Arezzo Wave; partecipazione a Sanremo Rock.
Go Wild! – LP, 1986 Rock 86 poi Polygram
Still Rockin’… - EP, 1987 Rock 86-Polygram
Just For Fun! – LP, 1990 Rock 86-Polygram
Dal 2008 a oggi: Boppin’ Orazio (Orazio Grillo) Chitarra/Voce, Mister Sinister Kris (Christian Fiore) Contrabbasso/Cori, Emilio The Insane (Emilio Catera) Batteria/Percussioni/Cori.
Partecipazione al Psychobilly Meeting di Pineda de Mar,Barcellona 2008;supporto agliStrayCats al SummerJamboree, Senigallia 2008.
1985-1990 The Ultimate Worst Of - CD raccolta, 2008 Goofin Records.
Furio M Nestor, Nox